Accompagniamo il nostro fratello Girolamo con la preghiera e lo ringraziamo per la disponibilità a lasciarsi conoscere attraverso questo scritto, che riceviamo e condividiamo come un dono prezioso per tutta la comunità.
Carissimi fratelli e sorelle,
in questo mese di preparazione alla mia ordinazione sacerdotale mi hanno chiesto di accompagnarvi con alcuni temi vocazionali e voglio cominciare dalla consacrazione perché la domanda che molti mi pongono spesso è questa: che senso ha la vita religiosa in questi giorni? Perché uno sceglie di diventare frate in questi tempi?
La chiamata alla vita religiosa può essere considerata agli occhi di molti anacronistica, ma per chi la vive, posso dire che è una vocazione specifica, l’unica scelta che dà senso alla propria vita.
Chi sente la chiamata alla vita religiosa vuole consacrarsi a Dio scegliendo di essere sempre più simile a Gesù e per questo viviamo la povertà, perché anche Gesù ha fatto questa scelta, Lui essendo Dio, ha deciso di assumere anche la natura umana e quindi si è impoverito.
Viviamo l’obbedienza perché Gesù per primo è rimasto obbediente alla Volontà del Padre, come dice la lettera agli Ebrei: Gesù imparò l’obbedienza dalle cose che patì, e rimase obbediente fino alla morte ed alla morte di croce.
Ed infine viviamo la castità, perché anche Gesù ha condotto una vita casta. In aggiunta il nostro Ordine religioso ha un carisma specifico, quello di vivere questa vita fino all’unione dell’anima con Dio, in un cammino interiore di perfezione.
I carmelitani infatti sono chiamati per vocazione ad essere dei padri spirituali per le anime ed a farle incamminare verso Dio. Chiediamo al Signore allora la grazia di dirigerci sempre verso di Lui ognuno con la sua vocazione specifica.
Padre Girolamo
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